Tocco dove guardo

L'importanza del gioco nella relazione tra occhio e mano
Ciao amici di Stupeficium! Con questo articolo del blog ha inizio una nuova rubrica di cui siamo molto entusiasti!
Abbiamo deciso di intraprendere un percorso di collaborazione con diversi professionisti in vari ambiti dello sviluppo dei bimbi.
Il fil rouge che unirà gli articoli sarà la relazione tra il gioco e il giocare in generale con i vari aspetti della crescita dei bambini.
Il primo articolo che vi presentiamo oggi è scritto e curato da Valeria Boano, Optometrista che, con grande passione e competenza, utilizza quotidianamente i giochi come strumento per i molteplici aspetti legati alla vista.
Non ci dilunghiamo oltre e passiamo subito la parola a Valeria!
TOCCO DOVE GUARDO!
“Nulla può toccare o essere toccato fuorché un corpo” scriveva Lucrezio. Ma, qualche anno più tardi, Maurice Merleau-Ponty aggiunse: “la visione è la forma con cui il cervello tocca il mondo”.
La mano va, dunque, dove si posa il tocco dello sguardo: il movimento accade, a livello visivo, ancora prima del gesto motorio. L'occhio prende la mira, direziona e poi...la mano tira o colora o infila o in generale compie un'azione.
Sono tantissime le attività che si possono proporre fin dalla prima infanzia per stimolare il dialogo costante che c'è tra la visione e il movimento. Il senso della distanza e della direzione di quanto osservato dipende infatti da come viene mappato dal sistema visivo, ma anche dal naturale sentire il percorso che compiono gli occhi nell'esplorazione dello spazio.
Tra lo spazio che percepiamo e quello che tocchiamo ci può essere così un certo grado di corrispondenza che, quando ben sviluppata, porta a quella che si definisce una buona coordinazione oculo-manuale: abilità fondamentale per scrivere, colorare, disegnare, incollare, ritagliare...e fare insomma tutto quello che richiede un'azione su qualcosa che si guarda.
Ma quali possono essere delle attività divertenti da proporre in questo ambito che siano anche al passo con i cambiamenti evolutivi del bambino?
ECCO QUALCHE ESEMPIO DI GIOCHI UTILI
Si può inizialmente far prendere confidenza ai bimbi con il fatto che esistano lo spazio dove guardano e quello dove agiscono, e li può scegliere liberamente. In un gioco di adesivi “attacca-stacca”, infatti, il “dove” incollare gli adesivi è del tutto arbitrario, non rispondendo a logiche di sagome o di obiettivi da centrare; in un contesto come questo il bambino fa pratica del fatto che dove osserva agisce e sperimenta quanta varietà ci possa essere nel posizionare le varie figure e nel metterle in relazione tra di loro.
Stickers attacca stacca da 18 mesi
Il passaggio successivo può essere l'agire, colorando, dove si osserva ma senza restrizioni troppo strette sui confini da rispettare.
In questo esempio il colore è magico: appare, passando un pennarello con acqua, solo sulle aree bianche. Il bambino si accorge degli effetti del colorare in quello spazio senza vedere anche le “pennarellate” che vanno fuori. Sperimenta, attraverso il riscontro del colore, che solo il guidare il gesto dove è richiesto dall'immagine genera un effetto: una sorta di “segnale di ritorno” che gli conferma che è nel punto giusto e lo facilita a non perdersi nei meandri della pagina.
Set per colorare con pennarello ad acqua
Con la crescita la richiesta può divenire più mirata e organizzata, ad esempio secondo un criterio cromatico. In questo gioco il compito richiede una maggiore precisione ma l'effetto magnetico dei dischetti è sicuramente facilitante per l'obiettivo da creare come ad esempio un tenerissimo scoiattolo! (PS: dentro la scatola, oltre a tantissime altre schede attività, c'è anche un simpatico tris che potrebbe essere oggetto di un prossimo approfondimento).
Gioco magnetico educativo - Imparo i colori
E infine: prendere la mira e infilare, in quanti modi si può colorare! Il nodo cruciale qui è il passaggio con il filo da sotto a sopra, farlo sbucare proprio lì dove si vuole. Non vedendo completamente cosa fa la mano, il trucco è tutto nel “sentire” dove si trova e fare corrispondere la sua posizione a quella del foro da attraversare con il filo; il “segnale di ritorno” in questi momenti è assente: questo gioco richiede infatti più consapevolezza e coordinazione dei precedenti ma, d'altra parte, lascia anche più spazio alla fantasia! Si può fantasticare sulla propria creazione giocando sulla lunghezza dei fili, sulla scelta dei colori e su come farli diventare tutt'uno col disegno!
Eccoci alla fine dunque. Siamo giunti alla conclusione di questa prima carrellata ludico-visivo-educativa con Valeria Boano.
Dalla scatola dei giochi per la vista, per il momento, è tutto! Grazie per l'attenzione con cui hai seguito fino a qui: ora non ti resta che sbizzarrirti con i tuoi bimbi e sperimentare!
Valeria Boano, optometrista
Via IV Novembre 32, Magliano Alfieri (CN)
Tel/Whatsapp 328/2724389
A presto con un nuovo articolo!
Silvia & Diego